Dopo anni di utopie devastanti la Norvegia svolta a destra.
La vittoria della coalizione di centro-destra nelle elezioni politiche norvegesi è stata una fugace meteora nel panorama dell’informazione italiana. Anche nel poco spazio dedicato, si è comunque riusciti ad affrontare la notizia nel modo superficiale e impreciso con il quale vengono normalmente trattati i temi di politica internazionale. Un primario TG nazionale vi ha aggiunto come primo e unico commento: “Breivik gongola nella sua cella per questa vittoria”.
Naturalmente c’è molto di più dietro a questa svolta e lo stupore colpisce solo quegli illuminati profeti del multiculturalismo-senza-freni che non può che portare vantaggi e benessere. Le democrazie anti-proibizioniste scandinave hanno sempre rappresentato il mito al quale i “progressisti” nostrani hanno guardato come un modello per il futuro di noi retrogradi e conservatori. A guardarla più da vicino la storia sembra essere parecchio diversa.
Mi sembra che questo articolo, comparso oggi su La Nuova Bussola Quotidiana, offra uno spaccato sintetico e utile sulla vicenda e, non volendo dilettarmi di tuttologia, ne consiglio la lettura.
LA NUOVA BUSSOLA QUOTIDIANA
Stefano Magni
LA NORVEGIA TEME PIU’ L’ISLAM DI BREIVIK
Il combinato disposto della situazione norvegese e dei problemi scoppiati in primavera in Svezia, a malapena accennati dai nostri media per non rovinare l’immagine del “paradiso nord-europeo” presso l’opinione pubblica, formano un quadro preoccupante.
Siccome ci hanno sempre detto che “loro sono più avanti di noi”, può essere utile vedere dove rischiamo di finire.